Vista dagli occhi di un fratello l’emofilia comporta svariate accortezze, che in poche persone possono capire, come il non poter giocare “normalmente” tra fratelli maschi. Ciò che però colpisce di più è il fatto che i genitori, per quanto non vogliano, sono “costretti” ad assumere un comportamento differente tra i due figli: nel mio caso, prestando più attenzioni a mio fratello piuttosto che a me, attenzioni necessarie per superare al meglio il problema. Per fare degli esempi, nelle occasioni in cui mio fratello non riusciva a camminare o durante la notte quando non dormiva per i dolori alla gamba in seguito ad una botta presa qualche ora prima; ma molto più semplicemente anche nel modo di approcciarsi a noi, più comprensivo e protettivo nei suoi confronti. A distanza di anni noto che questa situazione però mi ha fatto crescere positivamente rendendomi più autonomo nel gestirmi, ma soprattutto mi ha sensibilizzato nei confronti di persone che portano un handicap, più o meno come quello di mio fratello, senza giungere a conclusioni troppo affrettate, cosa che molto spesso la gente fa.
L’emofilia ha anche dei fattori positivi. Infatti, al di là di quel che si può pensare, mio fratello, ha sviluppato un carattere tenace e forte, capace di poter contrastare tutto ciò che essa ha comportato. Questo sono convinto che gli servirà anche per il futuro. Il suo carattere lo porta ad eccellere in tutto ciò che fa con sano orgoglio, come una sorta di riscatto personale e poi sociale nei confronti di coloro che sono sani e che pensano che questa condizione possa ostacolare o, peggio ancora, ostacolarli, perché, non essendo comune come malattia, alcune persone pensano che possa essere contagiosa. L’emofilia rende più deboli fisicamente, ma più forti di tantissime altre persone moralmente. Essa sviluppa nei soggetti emofilici una determinazione nel volersi sentire liberi come gli altri e di sperimentare molte esperienze che sarebbe meglio non facessero, come determinati sport quali calcio, basket, karate. Per di più fa sviluppare nei soggetti che la possiedono una grande sensibilità, capace di grandi cose nel mondo d’oggi, in cui si sono persi molti valori, tra cui proprio quest’ultimo. Sì, perché in pochi, e tra questi troviamo certamente gli emofilici, possono capire cosa sia il vero dolore.