L’amore della mia vita è arrivato durante un pranzo tra ex-colleghi. Quando incroci l’amore della tua vita vieni travolto e sconvolto e sei destinato per sempre alla felicità. L’ho capito quasi subito che sarebbe diventata mia moglie e la mamma dei miei bambini. Proprio per questo motivo lei quasi subito mi ha raccontato dell’emofilia, di suo fratello emofilico e del fatto di aver scoperto di avere questo baco sul cromosoma X e la possibilità di tramandarlo ai futuri figli che già immaginavamo con i suoi occhi blu e i miei capelli biondi. "Quindi pensaci, le mie X hanno questo bollino. Dovrai cercarne un’altra senza bollini". Non ho neanche pensato di doverci pensare su, cinque anni dopo sono nati i nostri gemelli e ho avuto la conferma ancora una volta di aver fatto la scelta giusta. Una scelta coraggiosa, una scelta che mi ha regalato gli altri due amori della mia vita. Non abbiamo voluto fare indagini prenatali, la notizia dell’emofilia è arrivata qualche giorno dopo la nascita. Lei, l'amore della mia vita, ha pianto. Un po’ avevamo sperato di scansare la faccenda. Io ho guardato quei due bambolotti atterrati sul nostro divano senza libretto di istruzioni e ho pensato "l’emofilia la affronteremo insieme a tutto il resto" Non ho pianto, insieme siamo la nostra forza. I bambini sono cresciuti sereni. E questa è la conquista più grande. Hanno partecipato a tutte le gite e alle feste e all’estate ragazzi e ai campi estivi. Hanno sbucciato ginocchia e gomiti, hanno perso dentini e si sono azzuffati per un ciuccio. Hanno imparato ad andare in bici senza le rotelle. Hanno rinunciato alla brek-dance che tanto li affascinava per il nuoto, non senza polemiche e un po’ di ripicche. Hanno urlato e scalciato alle prime infusioni facendoci contorcere le budella per il dispiacere e ora preparano da soli il farmaco ogni 10 giorni con orgoglio mentre mia moglie prepara la merenda. Abbiamo collezionato bernoccoli grandi e viola come melanzane. Siamo diventati amici di ghiaccio e aghi. Li vedo spiegare ai loro amici dell’emofila con una normalità e una serenità che mi lascia senza parole. Mi rendo conto che proprio questo abbiamo desiderato per loro: una vita normale e l’accettazione della loro condizione. Sono due bambini come altri con un bollino sulla X. Ci vuole coraggio e spesso sono loro che lo trasmettono a noi. Sono i miei figli