Chi di noi, guardando il film Sliding doors, non si è posto la domanda: “Chissà che piega avrebbe preso la mia vita se qualcosa di diverso fosse accaduto”: ebbene, io il mio Sliding doors l’ho vissuto in prima linea. Sono padre di tre meravigliosi gioielli e marito di una donna semplicemente straordinaria. La mia vita scorreva nell’ordinarietà di una serena routine familiare, bruscamente interrotta nel 2009 da uno di quegli eventi che ti sovvertono l’esistenza, proiettandoti in una realtà parallela: la nostra odissea ha avuto inizio quando, per un caso fortuito, da un banale intervento alle tonsille, è stata diagnosticata l’emofilia a mio figlio di 8 anni. EMOFILIA: un termine a noi, come a molti, ignoto che ci ha letteralmente catapultati nel baratro dell’incognito. E poi, come risvegliati dal torpore di un brutto sogno, ci siamo lanciati in una full immersion di approfondimenti, tra seminari e delucidazioni mediche, pronti a rimboccarci le maniche. Da qui la chiave di svolta: come l’araba fenice che rinasceva dalle proprie ceneri dopo la morte, anche noi dall’inquietudine opprimente siamo riaffiorati ad una nuova vita, schermati dal desiderio di far vivere a nostro figlio un futuro non costellato di angoscia, seppur con le sue limitazioni, una parola che non dovrebbe mai incrociare il sentiero di un bimbo di 8 anni. È stata un’impresa ardua spiegare a un bambino il paradosso della “negazione per il suo bene”: no allo sport agonistico, ma sì a quello amatoriale, no all’acquisto di uno scooter, ma vada per il salirci a bordo di tanto in tanto con un amico. Ma nella vita di un emofilico c’è spazio anche per la gioia: basta modificare i tuoi parametri. E ora, ogni suo giorno è per noi un’esplosione di felicità: giochiamo insieme, ci divertiamo, siamo complici, confidenti e persino disputiamo, quasi come due fratelli! Insomma, condividiamo il gusto di vivere. Il futuro ora si erge dinanzi a noi ricolmo di speranza; e questo è un messaggio che desidero trasmettere a tutti coloro che assistono spesso impotenti e smarriti un familiare affetto da emofilia. Raccontare la mia storia con mio figlio è un inno alla vita. Non potrei immaginare come sarebbe stato il mio percorso qualora tutto ciò non fosse accaduto. Le mie Sliding doors ogni giorno si spalancano solo per accogliere questo slancio vitale che ci avvolge teneramente.